mercoledì 28 maggio 2014

COSA C'ENTRA L'IMPOTENZA APPRESA CON I DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO? E' TUTTA UNA QUESTIONE DI AUTOSTIMA


Il termine difficoltà d'apprendimento è piuttosto generico ed indica varie tipologie di problematiche scolastiche che possono impedire, ostacolare o semplicemente rallentare il normale processo dell'apprendere. Il bambino con difficoltà d'apprendimento non presenta un deficit generalizzato ma piuttosto si caratterizza per lacune specifiche, può presentare competenze disomogenee in diversi ambiti disciplinari d'apprendimento o anche nella stessa disciplina.
Quando, però, ci si trova di fronte a problematiche più gravi e meglio definite, riconducibili ad un deficit, ad una disfunzione o ad un ritardo nello sviluppo dell'organizzazione neurofunzionale si configurano i disturbi specifici dell'apprendimento che comprendono disturbi legati alla lettura (dislessia evolutiva e disturbo specifico di comprensione), alla scrittura (disgrafia evolutiva e disortografia) e all'aritmetica (discalculia e difficoltà di risoluzione dei problemi).
Per distinguere le difficoltà dai disturbi di apprendimento è necessario valutare i bambini che ne soffrono utilizzando test standardizzati che permettono di porre una diagnosi differenziale.
C'è però un aspetto che accomuna tutti questi bambini e che potremmo definire l'impotenza appresa: l'imparare cioè che “non sono capace ad imparare”. Se un bambino vive ripetute difficoltà si convince di non possedere le abilità per affrontare quel determinato compito e che qualunque cosa faccia sia inutile.
Dall'inizio della scuola primaria, con l'aumento di finezza e complessità delle cose da imparare, aumenta l'area di esclusione dal successo dell'apprendimento. Al termine della 5° elementare una classe può comprendere 5 o più alunni su 24, con difficoltà o disturbi d'apprendimento. Questi bambini spesso soffrono in silenzio o, al contrario, diventano elementi di disturbo, irrequieti e distratti, ma comunque reagiscano presentano sempre un'autostima ferita.
In linea con l'articolo 29 della Convenzione sui diritti dell'infanzia: “gli stati parti convengono che l'istruzione deve favorire lo sviluppo della personalità del bambino, nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche” la scuola deve essere amica dei bambini, deve saper coinvolgere tutti gli alunni, sopratutto quelli più vulnerabili ed i loro genitori, in un ambiente in cui i bambini imparino a sviluppare autostima e fiducia, le basi per crescere felici e responsabili. La stima di sé è un fattore emotivo-affettivo, legato al sentirsi capaci e degni d'amore. L'autostima si sviluppa a partire da esperienze precoci di approvazione ed accettazione incondizionata da parte delle figure significative. Il livello di autostima influisce in maniera determinante sull'apprendimento, è fondamentale confermare continuamente il valore dell'alunno come persona, al di la' dei suoi successi scolastici per far si che il bambino si percepisca comunque degno e meritevole di apprezzamento.
Questo approccio non comprende solo i contenuti dei curricula, ma anche i processi formativi, i metodi pedagogici e l'ambiente all'interno del quale si sviluppa il percorso educativo.

domenica 9 febbraio 2014

EMDR TRATTAMENTO D'ELEZIONE DEL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS

L'approccio EMDR rappresenta senz'altro una delle maggiori novità apparse nel panorama della psicoterapia negli ultimi 20 anni.
EMDR è l'acronimo di Eye Moviment Desensitization and Reprocessing cioè desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.
Questa tecnica, nata come trattamento del Disturbo post Traumatico da Stress (PTSD), ha ricevuto nell'ultimo decennio importanti riconoscimenti internazionali. Il Dipartimento di Salute del Governo Americano lo ha inserito fra i trattamenti consigliati non solo per i PTSD, ma anche per gli altri disturbi d'ansia, per la depressione e per la promozione della salute mentale. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dallo scorso maggio, lo consiglia per la sua ormai ampiamente riconosciuta efficacia.
L'EMDR sfrutta i movimenti oculari da stimolazione bilaterale alternata per facilitare ed accelerare la desensibilizzazione e l'elaborazione di eventi traumatici disturbanti.
Nel protocollo originale il terapeuta chiede al paziente di seguire con lo sguardo il movimento delle sue dita (indice e medio) da destra a sinistra, tale movimento viene ripetuto un certo numero di volte contemporaneamente al richiamo del ricordo dell'evento traumatico. Si realizza, così, un “duplice focus attenzionale” in cui, da un lato, la persona si concentra sul proprio stato interno (il ricordo dell'evento e le sensazioni emotive e corporee ad esso correlate) e, dall'altro, sullo stimolo esterno (la stimolazione bilaterale alternata).
Il modello di riferimento della metodologia è la teoria dell'elaborazione accelerata dell'informazione che presuppone l'esistenza di un sistema di auto-guarigione all'interno della persona, capace di elaborare le informazioni fino a portare all'equilibrio del sistema che si trova in uno stato di sbilanciamento, a seguito di un evento traumatico o di un forte stress.
Gli studi su come i movimenti oculari o altri stimoli bilaterali attivino i processi di elaborazione sono tuttora in corso. Si ritiene che i movimenti oculari inducano una risposta di rilassamento attivando la formazione reticolare del sistema nervoso. Tale attivazione inibirebbe il sistema Simpatico, favorendo la desensibilizzazione della risposta ansiosa. Inoltre sembra che i movimenti oculari faciliterebbero i processi di distrazione nei confronti del trauma e, ancora, la stimolazione bilaterale potrebbe indurre quei cambiamenti sinaptici più direttamente legati all'elaborazione dei ricordi. Infine sembra che l'EMDR conduca verso una risincronizzazione dei due emisferi.
L'importanza dello stress, dei lutti, del maltrattamento domestico, dell'abuso infantile, e di altri eventi di vita negativi come importanti fattori di rischio è ampiamente riconosciuta dalla letteratura psichiatrica.
Così intervenire sui traumi diventa una priorità per le politiche di salute mentale dell'itero pianeta.
L'associazione EMDR in Italia è molto attiva sul territorio, sono circa 4000 gli psicoterapeuti formati alla tecnica EMDR che operano sia in ambito pubblico che privato, inoltre è presente sul territorio una task force di psicoterapeuti volontari che intervengono in situazioni di emergenza su tutto il territorio nazionale.

martedì 22 ottobre 2013

SPIGOLATURE DALLA STAMPA - Ottobre 2013

MEGLIO NASCERE IN CAMPAGNA

Uno studio condotto da ricercatori spagnoli di Granada, ha rivelato che le donne in gravidanza che vivono in città hanno valori di xenoestrogeni maggiori rispetto alle donne che vivono in aree extraurbane. Gli xenoestrogeni sono sostanze simili agli ormoni, ma considerate molecole inquinanti e sono correlati ad un aumento dei casi di obesità, alla pubertà precoce, all'aumento di iperattività nei neonati, oltre che ai problemi di crescita fetale e deficit di fertilità.
Altri studi, portati a termine presso l'Ohio State University, hanno messo in rilievo come i neonati, concepiti e portati a termine in aree rurali, fossero meno esposti alle patologie polmonari ed allergiche.


ITALIANI A LAVORO PER SCONFIGGERE L'ARTROSI

Leonardo Punzi dell'Università di Padova, in collaborazione con i colleghi delle Università di Harvard e di Stanford, sta da tempo studiando i fattori che determinano una delle patologie più invalidanti della nostra società: l'artrosi. I loro studi sono focalizzati sul ruolo che alcune proteine (quelle del complemento), hanno nella nostra immunologia anti-batterica, anti-tumorale e nell'infiammazione. Si ritiene che se queste proteine vengono prodotte eccessivamente, possono essere fonte di aggressione verso le cartilagini, causando i danni che poi determinano la patologia osteo-articolare. Si calcola che dopo i 65 anni il 20 per cento della nostra popolazione soffra di artrosi della mano, il 19 per cento di quella del ginocchio, l'11 per cento dell'anca, ecco spiegati i numerosi interventi di protesi agli stessi segmenti ossei.


LA DIETA RICCA DI FRUTTA E VERDURA E POVERA DI SALE FA BENE ALLA SALUTE

La dieta a base di frutta e verdura sembrerebbe modificare la predisposizione genetica dei fattori di rischio delle patologie cardiovascolari: in particolore, sul gene 9p21, già riconosciuto come uno dei predittori del rischio. Lo studio è stato effettuato dai ricercatori canadesi Mc Master e Mc Gill, su un campione di 27 mila persone.
Uno studio della Nutrition Foundation of Italy, ha stabilito che la semplice riduzione di 5 grammi di sale al giorno può ridurre del 20 per cento il rischio di infarto del miocardio, dell'ictus, abbassando, di fatto, anche i valori della pressione arteriosa.


LO ZUCCHERO UNA NUOVA DROGA

L'uso dello zucchero potrebbe creare dipendenza ed il suo abuso accorcerebbe l'aspettativa di vita aprendo le porte ad obesità, diabete e danni ossidativi alle cellule.

Il Credit Suisse Research Istitute ha pubblicato uno studio dal titolo “Sugar: Consumption at a Crossroads' (Il consumo dello zucchero ad un bivio) che esamina i risvolti medici ed economici, così come quelli relativi ai consumatori, alle imprese e alla politica pubblica, del consumo dello zucchero a livello globale.

mercoledì 11 settembre 2013

LA NOSTRA SALUTE E' IN BILICO TRA MEDICINA PREDITTIVA E FITOTERAPIA

Viviamo in un'epoca in cui la qualità e la durata della vita sono migliorate notevolmente rispetto ai secoli scorsi. Questo sicuramente è frutto della migliore alimentazione e del progredire della scienza medica e della tecnologia. Però nella nostra società si tende a medicalizzare ogni aspetto della vita sentendosi ammalati anche quando non lo si è realmente. Un tempo molte esperienze fisiche ed emotive spiacevoli erano considerate normali e non etichettate come malattie vere e proprie. Si nasceva e moriva a casa, se si era tristi non necessariamente si doveva essere depressi e non tutti i bambini che avevano difficoltà di lettura erano dislessici.
Oggi, a differenza dei tempi passati, la medicina non è soltanto curativa ma è anche preventiva. Attualmente grazie agli screening genetici è possibile conoscere il rischio di sviluppare un determinato tipo di carcinoma, questo metodo diagnostico che si basa sullo studio del DNA, ha creato un nuovo tipo di medicina, detta predittiva, che se da un lato costituisce il raggiungimento di un importante traguardo dall'altro espone al rischio di una eccessiva medicalizzazione. Inoltre, allo stato attuale, la medicina predittiva è una medicina di elite alla quale accedono star come Angelina Jolie e non tutti i cittadini assistiti dal sistema sanitario nazionale.
In una situazione in cui facilmente si viene etichettati come pazienti e si fanno progressi che non sono per tutti, non è infrequente sentirsi infelici, vulnerabili ed ansiosi, è probabile che ci si senta malati anche quando realmente non lo si è. E' fondamentale allora saper distinguere tra disturbi importanti e sintomi lievi e transitori. Occorre trovare il giusto equilibrio tra il ricorso alla scienza medica , l'accettazione di alcune situazioni, anche se spiacevoli o dolorose, e l'automedicazione che per molti è sinonimo, oltre che di farmaci da banco, di fitoterapia.
Fin dalla preistoria l'uomo ha capito che la natura è fonte di sostanze con proprietà curative. I primi usi veri e propri dei principi curativi naturali si fanno risalire a 10000 anni fa quando le cure avvenivano in maniera empirica e si praticavano attraverso rituali mistici e religiosi. E' con la cultura greca che la secolarizzazione della medicina ha il suo culmine e si elimina il legame profondo tra utilizzo di sostanze curative e religione. Teofrasto, filosofo presocratico e successore di Aristotele, scrive il primo trattato di botanica farmaceutica ed è Ippocrate (460-377 a.C.) a classificare circa 300 tipi di piante medicinali consigliandone il modo d'impiego e influenzando tutto il mondo romano ed il medio evo. Con la caduta dell'impero romano la conoscenza della fitoterapia viene conservata nei monasteri e, parallelamente, si sviluppa nel mondo arabo, dove nasce l'alchimia che precede la chimica moderna. Nel 1500 Paracelsio affronta studi di chimica concentrandosi sui principi attivi delle piante. Attualmente la fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante sono riconosciute ed utilizzate anche nella medicina scientifica tradizionale. Normativamente i fitoterapici hanno molte diverse collocazioni, secondo la finalità d'uso, la modalità di registrazione e di immissione in commercio, di conseguenza i prodotti vegetali possono seguire la normativa del farmaco o quella dell'integratore. La normativa 2004/24/CE norma quei prodotti che hanno in Europa una lunga tradizione di utilizzo e su cui si hanno sufficienti dati di efficacia e sicurezza; tale norma permette la registrazione semplificata di farmaci vegetali tradizionali.

Non è facile essere oggettivi nella valutazione dei sintomi, il rischio è di eccedere nel ricorso alla scienza medica o di avventurarsi nell'automedicazione senza essere pienamente consapevoli del fatto che anche i principi contenuti nelle piante, come i farmaci, hanno le loro controindicazioni. Alcune regole generali possono essere d'aiuto: dei sintomi occorre sempre valutare l'intensità e la durata, occorre riuscire a mantenere una certa serenità e riflettere sulla possibilità di aver già esperito una situazione dello stesso genere, bisogna distinguere se ciò che si prova fa parte delle comuni, anche se spiacevoli, esperienze di vita o se si tratta di una effettiva patologia. La medicina oggi può molto ma non deve farci sentire ammalati se non lo siamo.

giovedì 29 agosto 2013

NOVITA' SULLA NORMATIVA CHE REGOLA IL RILASCIO DEI CERTIFICATI PER ATTIVITA' SPORTIVA NON AGONISTIGA


Con il decreto del fare è stato abrogato l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motororia amatoriale

A pochi giorni dalla ripresa della scuola e di gran parte delle attività sportive di tipo non agonistico cambia di nuovo la normativa che regola il rilascio dei certificati medici necessari allo svolgimento di tali pratiche sportive.
Il 20/07/13 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il D.M. Della Salute 24/04/13: “disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione dell'utilizzo di defibrillatori semiautomatici ed eventuali dispositivi salvavita”. Tale decreto comprende nuove e stringenti regole per il rilascio dei certificati.
Ma dopo appena un mese il 21/08/13 è entrato in vigore il Decreto “del fare” (DL 21/06/13 n 69) che cambia nuovamente le regole e restituisce al medico certificatore la responsabilità di eventuali accertamenti (http://www.ordinemedici.piacenza.it/index.php/primo-piano/682-attivita-sportiva-e-certificati-medici-cambiano-le-regole).  Con il decreto del fare è stato abrogato l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motororia amatoriale, cioè quell'attività in cui è assente un aspetto competitivo, il suo fine è esclusivamente igienico ricreativo e non ha rilevanza il soggetto che ne cura l'organizzazione.
Il certificato rimane a pagamento, non esistono più tariffe vincolanti, per cui ogni medico propone al cliente l'importo che ritiene opportuno. Ovviamente a fronte del pagamento deve essere rilasciata fattura.
Per approfondire leggi anche QUI

lunedì 5 agosto 2013

SPIGOLATURE DALLA STAMPA


La corretta alimentazione e le sane abitudini possono essere ottime alleate nella prevenzione di diverse patologie e per il mantenimento di uno stato di buona salute. Continuano ad arrivare conferme dagli studi scientifici, ecco alcune spigolature prese dalla stampa specializzata.




Secondo i nutrizionisti della Nutrition Foundation Italy esistono alcuni cibi da consumare per prevenire la depressione stagionale. I nutrizionisti consigliano una dieta bilanciata a base di verdure fresche a foglia larga, salmone, pesce azzurro e mitili, latte, frutta secca, fagioli, manzo e pollo. Questi alimenti sono ricchi di Vit. B12, ac. folico, potassio, magnesio ed omega 3.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della University of Sout of California il consumo di 50 mg di liquirizia al giorno può ridurre dell'ottanta per cento le vampate di calore nelle donne in menopausa e produrrebbe effetti benefici sull'osteoporosi delle donne anziane.
Va ricordato però che l'elevato consumo di liquirizia, sopratutto sotto forma di radici, è controindicato nell'ipertensione arteriosa.

L'Associazione Urologi Italiani torna a sottolineare l'influenza del fumo sull'incidenza del cancro della vescica e dei reni. In Italia sono 4,7 le donne e 2,8 gli uomini che ogni 100.000 abitanti vengono colpiti da questo tipo di neoplasie. In Europa il nostro paese è secondo soltanto alla Spagna.

Secondo uno studio condotto dalla Federazione Italiana Aerobica e Fittens gli italiani tendono alla sedentarietà, con conseguenze negative sull'incidenza delle malattie cardiache e metaboliche.
Per la prevenzione di queste patologie sarebbero indispensabili almeno 30 minuti di attività fisica in palestra o a casa, magari con l'ausilio di un tapis roulant. Le regioni meno sportive sono la Basilicata, l'Abruzzo e la Campania.

martedì 23 luglio 2013

QUANDO FA CALDO ATTENTI AGLI ATTACCHI DI PANICO


Circa due milioni di italiani soffrono di attacchi di panico, il 3 per cento della popolazione ne soffre cronicamente ma il 35 per cento ha subito un attacco di panico almeno una volta nella sua vita.
L'attacco di panico è una patologia che nasce dall'ansia ed ha maggiore incidenza nelle aree metropolitane. Si manifesta generalmente in modo improvviso ed inaspettato con sintomi somatici che possono simulare altri tipi di patologie: dolore toracico, tachicardia, difficoltà respiratoria, nausea, vertigini sudorazione, parestesie ma sopratutto una sensazione di morte imminente. Le crisi hanno una durata variabile tra 10 e 30 minuti e quando si risolvono lasciano un senso di spossatezza.
Sono diverse le ipotesi sulle origini di questo disturbo: alcuni studi evidenziano una familiarità, altri sottolineano il ruolo degli eventi stressanti della vita , una ricerca condotta dall'Istituto di biologia Medica e Molecolare di Barcellona indica che potrebbe esserci alla base della malattia una piccola anomalia genetica rintracciabile in una regione del cromosoma 15. Il disturbo da attacco di panico (DAP) è un disturbo di natura psicologica classificato nel DSM V , manuale diagnostico statistico utilizzato per codificare i disturbi psicopatologici.
Un dato interessante è che l'incidenza del primo attacco di panico prevale verso la fine della primavera e per tutta l'estate (da Marzo ad Agosto), mentre una minore frequenza si registra in autunno ed in inverno (Franklin 1985, O' Sullivan 1989, Lelliot 1989). Al pari del primo attacco di le recidive si verificano a fine primavera estate (Franklin 1987, Gerbabro 1997, Lelliot 1989).
Siamo dunque nella stagione in cui questo disturbo più facilmente si manifesta. Il primo episodio può rimanere unico o può essere seguito da recidive la cui frequenza può configurare la cronicità di questa patologia.
Generalmente la prima volta che i l soggetto sperimenta il panico si rivolge al pronto soccorso o più raramente al medico di famiglia. Gli studi suggeriscono che circa un terzo dei pazienti che si presentano in pronto soccorso con dolore toracico hanno disordini da panico e vengono sottoposti a studi diagnostici per escludere malattie cardiovascolari ma non ricevono né una diagnosi né un trattamento adeguato per il disturbo da panico. Nel caso delle recidive il soggetto è generalmente in grado di riconoscere la sintomatologia ma a volte si reca comunque in pronto soccorso nella speranza di essere rassicurato sulle proprie condizioni di salute non accettando la dimensione psicologia del proprio disturbo.
L
'Eurodap (associazione europea disturbi da attacco di panico) suggerisce, quando si manifesta l'attacco, di respirare in maniera lenta e profonda concentrandosi sul respiro. La stessa associazione ritiene che la prevenzione dei disturbi da panico deve incentrarsi sull'aumento dell'autostima, il miglioramento del rapporto empatico con l'altro ed il miglioramento della capacità d'investimento delle proprie energie. A maggio l'Eurodap in collaborazione con Roma Capitale ha promosso corsi gratuiti per affrontare i problemi psicologici indotti dalla crisi econimica.
Il trattamento terapeutico del disturbo da attacco di panico non è univoco . Spazia dall'uso di psicofarmaci (prevalentemente ansiolitici ed antidepressivi), alla psicoterapia, all'utilizzo della medicina naturale che consiglia l'uso di passiflora ed avena per il loro effetto calmante, di piccole dosi di cobalto per moderare l'eccessiva risposta neurovegetativa che caratterizza l'attacco di panico ed infine l'uso di micro dosi di bromuro d'ammonio per bloccare sul nascere la crisi d'angoscia.
Spesso è l'associazione dei diversi rimedi a dare il risultato migliore, è comunque indispensabile conoscere il disturbo per poterlo affrontare e superare. L'ALPA è una associazione di volontariato senza scopo di lucro attiva sul territorio nazionale che promuove la conoscenza del DAP, dell'ansia e dell'agorafobia e offre supporto a chi ne soffre. (www.infoalpa.it)